Lo abbiamo conosciuto a Cremona&Bricks, dove ha incantato il pubblico con il suo diorama ispirato alla Classic Town, un vero tuffo negli anni ’80 e ’90. Ma Luca Romagnani – classe 1991, toscano, collezionista appassionato – è molto più di un costruttore: è un vero custode della memoria LEGO®, capace di raccontare un’epoca con i mattoncini e di trasformare la nostalgia in dettagli, coerenza stilistica e rigore assoluto.
Con il suo stile preciso, fedele e profondamente rispettoso dello spirito vintage, ci porta alla scoperta di un mondo fatto di basi grigie, treni a 12V, veicoli squadrati e cataloghi da sfogliare con gli occhi pieni di sogni. Niente è lasciato al caso nei suoi lavori: ogni elemento, ogni minifigure, ogni colore è pensato per integrarsi perfettamente in un ambiente coerente e realistico.
Luca non colleziona per moda o valore, ma per passione autentica, e questo si percepisce in ogni parola, in ogni diorama, in ogni scelta. È per questo che abbiamo deciso di dargli voce, per farci raccontare non solo il suo percorso, ma anche cosa significa davvero amare il LEGO® vintage, senza compromessi.
Ciao Luca, complimenti e bentrovato! Hai attraversato una “dark age” o il legame con i mattoncini è rimasto costante fin dall’infanzia?
Ciao a tutti gli amici di MastroCostruttore!
Mi chiamo Luca Romagnani, classe 1991, e sono un collezionista LEGO toscano. La mia passione è cominciata quando avevo circa 3 anni, ereditando dai cugini paterni uno scatola di cartone piena di Lego. Al suo interno c’erano sia i mattoncini basici degli anni 60, con cui aveva giocato mio padre e che anni prima erano stati dati a loro, e altri bricks più recenti. Nel frattempo infatti si era aggiunto qualche set anni ’70, tra cui, ricordo bene per via dei caratteristici binari e bricks technic, la Beta-1 Command Base 6970. Ci ho giocato tantissimo, fino ai 12-13 anni circa, per poi relegarli in un grosso contenitore in plastica, attraversando appunto quella che è stata una “dark age”. A fine 2008, grazie al forum Itlug ed al sito Brickfactory, ho riscoperto tutto il mondo che gravita attorno al Lego, riuscendo a ricostruire i set ancora in mio possesso, e poi gradualmente ad accrescere la mia collezione.
Il tuo diorama a Cremona&Bricks ci ha colpito subito: non solo per i set originali, ma per come riesci a ricreare edifici in perfetto stile vintage. Come ti approcci alla progettazione di questi modelli? Parti da un’idea precisa o lasci che siano i mattoncini a guidarti?
Fondamentalmente il mio modus operandi è molto semplice, perché essendo un appassionato dell’epoca degli anni ‘70-’80 anche al di fuori del mondo Lego, sono attratto spesso da edifici, veicoli e ambientazioni in stile vintage. Vedo una costruzione e provo a pensare se potrei introdurla all’interno di un diorama, e così inizio a immaginare quelle che possono essere le dimensioni, la distribuzione dei volumi, lo schema dei colori. Poi passo all’applicazione pratica: con mattoncini basici creo una realizzazione di massima per vedere la resa effettiva nella scala Lego, e successivamente inizio la costruzione definitiva, usando i pezzi corretti, fino alla definizione della struttura principale. Da lì in poi, i dettagli e i perfezionamenti sono continui, fino a raggiungere il risultato che mi sono prefissato. Per me una MOC è finita solo ed esclusivamente quando la ritengo assolutamente perfetta fino all’ultimo stud. Passo infine all’arredamento (sobrio, coerente con lo stile vintage, così come i minifig), e all’eventuale collocazione di alberi, fiori e veicoli. La parola d’ordine è una sola: coerenza! Ogni elemento che colloco sulla mia creazione, e di conseguenza sul diorama, voglio che si integri perfettamente nell’ambiente circostante, senza risultare mai anacronistico. I colori, i pezzi e la distribuzione degli spazi, tutto deve essere collocato nel miglior modo possibile, e niente, per forma mentis personale, deve essere lasciato al caso.
Anche gli accostamenti tra i minifig, i veicoli e gli edifici, sono stati creati per avere sia dei contrasti cromatici piacevoli, sia per fare in modo che gli elementi presenti non si coprano tra di loro quando vengono osservati dai visitatori.
Nel diorama di Cremona i limiti erano principalmente due: l’anno (il 1991) e il sistema ferroviario (a 12v), quindi ho lavorato intorno a questi due punti cardine, concedendomi giusto qualche “licenza” (che invito i lettori a trovare!), ritenendola comunque in linea con lo stile che mi ero prefissato.
Cambi spesso disposizione al tuo diorama. È una scelta estetica, pratica o parte integrante del tuo modo di raccontare la città LEGO®?
Il mio diorama? Non esiste! Lo penso e lo progetto di volta in volta, in base all’evento a cui voglio partecipare, allo spazio che ho a disposizione e al tema che voglio esporre. Quest’anno a Cremona avevo il polo logistico anni ’80, infatti alcuni set iconici, come il negozio di motociclette, non erano presenti perché troppo “cittadini”. La ragione è anche un’altra, più banale: io abbraccio due decadi con la mia classic-town, una anni 80 e una anni 90, e integrarle è possibile ma solo usando il mare come giunzione, visto che treni, colore delle basi e stile sono differenti. In passato l’ho fatto, inserendo tutto in un unico layout su “terraferma”, ma i risultati non mi hanno mai soddisfatto completamente, per cui sono poi passato a una divisione netta tra 80 e 90 già da qualche anno. Anche perché poi sarebbe un lavoro enorme, visto che la superficie diventa considerevole da gestire e i sistemi da funzionare sono diversi: 9v, 12v, monorotaia…
Cosa ti affascina di più del mondo LEGO® vintage? È più una questione di stile costruttivo, di valore collezionistico o di ricordi personali legati all’infanzia?
La risposta più facile sarebbe una parola sola: tutto! Però è un po’ limitativa, perché dice tutto ma alla fine non fa capire niente. Il Lego Vintage (io lo ritengo tale fino al 1997) rappresenta un unicum nel mondo dei giocattoli: stile, tecniche, ambientazioni, packaging, qualità dei materiali, tutto davvero al massimo! E’ stata veramente la “Golden Age”.
C’è ovviamente anche tutta una serie di ricordi legati all’infanzia: le lettere di Natale, i set con cui ho giocato di più, il fascino dei trenini elettrici di un tempo, la qualità stessa dei prodotti, che oggi è evidentemente ben diversa da quella di trent’anni fa… Riesco a riassumerlo forse così: è lo specchio di un’altra epoca, forse migliore, sicuramente più semplice, spensierata e meno oscura, che lasciava spazio a qualche sogno. Non voglio passare per il noioso nostalgico che ripete “si stava meglio quando si stava peggio”, però faccio un semplice esempio: si sognava di più a sfogliare un catalogo che trovavi solo nei migliori negozi di giocattoli, oppure a vedere un set appena uscito dopo poche ore recensito su tutti i blog, siti e social possibili? C’era più gusto a comprare una scatola in negozio e portarsela a casa, o aspettare il corriere dopo un acquisto in un negozio online? La mia opinione è facile da intuire! Questo però non deve pregiudicare un’oggettività: una cosa, se brutta e fatta male, lo è a prescindere dall’epoca in cui è uscita. Non sono mai stato un fanatico invasato col paraocchi, o peggio ancora, e mi preme marcarlo, un commerciante da quattro soldi o un collezionista cialtrone dell’ultima ora, che prima di acquistare qualcosa, pensa al fatto se un set prenderà o meno valore nel tempo. Quelli che ho comprato, e tanti altri che ancora sto cercando, mi piacciono, a prescindere da quanto valgano. Qualche mese fa ho acquistato un aereo Duplo del 1989, praticamente immacolato (con la scatola con il prezzo in Lire e tutte le plastiche interne) che sicuramente è un set di basso interesse collezionistico. Quando però lo guardo sul mio scaffale, lo ammiro affascinato. Un giocattolo per bambini che a 36 anni dalla sua produzione è ancora nuovo, come se fosse uscito da una capsula del tempo… Fantastico!
C’è un set che per te ha un significato speciale? Magari il primo che hai avuto, o quello che ancora oggi ti emoziona di più?
Certo, ogni collezionista ha il suo set preferito, per un motivo o per un altro. Io fondamentalmente ne ho due. Il primo che mi ricordo di aver ricevuto personalmente è il 6670 Rescue Rig del 1993, uno dei primi System. I colori dello sfondo sono poesia, così come il carro attrezzi completo di tutto, con il pianale posteriore largo 5 stud grazie all’uso dei jumper plate. Ne ho 4, di cui due MISB. L’altro è più vecchio, del 1988, è il 6394 Metro Park and service Tower. Lo ricevetti nel Natale del 1997 da degli amici di famiglia, e già allora era ovviamente un fondo di magazzino. Potrei narrarti per filo e per segno tutte le fasi del montaggio e i momenti di quel magico Natale. Era primo set che avevo con due basi, ed era giocabile all’infinito, con l’autolavaggio, l’ascensore, 3 auto, il furgone, la moto… Di questo ne ho uno MINT, trovato un paio di anni fa, e uno usato perfetto che uso per il diorama.
Ti capita mai di ritrovare un’emozione, un odore, un’atmosfera di quando eri bambino mentre costruisci o sistemi un vecchio set?
Mi succede ogni volta che guardo una scatola: parte l’immaginazione per pensare cosa deve aver provato il bambino a vedere quella confezione su uno scaffale del negozio di giocattoli, oppure ricordare l’anno di quel set, insieme all’atmosfera che si viveva in quei tempi. Ogni dettaglio di un tempo passato per me è molto prezioso, e merita di essere preservato, costi compresi! Spesso infatti trovo le scatole con gli adesivi del prezzo, immaginandomi cosa dovesse significare spendere quella cifra al tempo. Qualche anno fa acquistai un 7866, che il proprietario mi disse di aver comprato a Roma nel 1987, dove campeggia uno sticker-price da ben 128.800 Lire. Al cambio attuale sarebbero la bellezza di 176 Euro per un set (monumentale, ndr) da “soli” 193 pezzi, se pur con molte parti elettriche. Il suo costo farebbe impallidire anche i set odierni più blasonati!
Qual è il primo ricordo LEGO® che ti viene in mente se chiudi gli occhi? Un momento preciso, un pomeriggio passato sul tappeto, magari un regalo?
Un pomeriggio del 1995, quando senza alcun criterio, ho rovesciato tutta la scatola del Lego nel giardino della mia casa di allora, penso per rendere ancora più realistica l’ambientazione delle due basi lunari del classic space… Rimettere a posto fu semplice, ma molti pezzi ho continuato a trovarli in mezzo al prato nelle settimane successive! A pensare come lavoro ora, con i guanti e la massima attenzione, sembra di parlare di un altro bambino… Invece ero proprio io!
Oltre alla linea Classic Town, collezioni anche altre serie LEGO® vintage? Ci sono temi o set di quegli anni che ti affascinano particolarmente?
Assolutamente si! Oltre alla linea Classic Town dell’epoca, sono legati a stretto giro i treni e la monorotaia, entrambi icone dell’epoca. Con calma sto rimettendo insieme le serie Divers e Paradisa, che mi piacciono moltissimo e trovo davvero ben realizzate, però assai ardue da trovare in perfette condizioni, data la grande quanità di bianco che purtroppo tende inesorabilmente a ingiallire. Mi sto infatti orientando, con calma e pazienza, a trovare tutti set MISB che poi un giorno monterò in un diorama dedicato. Stessa cosa voglio fare con la serie RES-Q, che appartiene alla mia infanzia, e che apprezzo non tanto per la qualità dei set ma per la giocabilità del tema “salvataggio”. Un’altra linea che apprezzo è la Model Team, vera icona degli anni ’90: ho due set, ma se trovo gli altri in condizioni, li affianco volentieri.
Hai in mente nuove espansioni per il tuo progetto?
Non si finisce mai! La mia passione, come si evince, sono i treni e le aree industriali: sto cercando di realizzare un vero deposito ferroviario completo di tutto, circondato da un’area logistica con un deposito carburanti, connessa con lo scalo portuale per poi utilizzare il mare per connetterla all’area anni 90, corredata di una rete ferroviaria a 9v, 4 linee di monorotaia interconnesse tra loro e un grande aeroporto.
A quali evento parteciperai prossimamente?
Sicuramente sarò al Brick in Florence Festival, l’evento principale del mio gruppo ToscanaBricks. Ci sono poi altre idee che ho in testa, ma che devo confrontare con gli impegni lavorativi. Le novità le vedrete sulla mia pagina instagram @luca.classic.lego, restate sintonizzati!
Grazie Luca per aver condiviso con noi il tuo viaggio tra nostalgia e passione pura per il LEGO® vintage. La tua dedizione, la cura per ogni dettaglio e l’amore autentico per il mondo Classic Town ci ricordano che collezionare non è solo accumulare set, ma raccontare storie e custodire emozioni. Ti seguiremo con entusiasmo nelle prossime tappe del tuo percorso… magari ritrovandoci presto in una nuova città di mattoncini, dove ogni edificio ha un’anima e ogni minifig una storia da raccontare.